Yuntaku, un nome che richiama alla mente un’antica tradizione giapponese, nasce dall’unione tra due mondi apparentemente lontani, quello italiano e quello giapponese. In molte osterie di Okinawa, a fine cena si gridava “yuntaku!” per dare inizio alle chiacchiere e ai brindisi. Ed è proprio da questa parola che prende vita il primo amaro etnico sul mercato, un digestivo che celebra il legame tra la cultura occidentale e quella orientale.
Il cuore pulsante di questo amaro è il goya, il melone amaro di Okinawa, noto per le sue proprietà benefiche. Insieme a una selezione di spezie e fiori orientali come il galanga, il pepe del Sichuan, lo zenzero e il tè al gelsomino, il goya viene infuso in piccoli lotti nella storica Distilleria Paolucci di Sora. Il risultato? Un liquore che racchiude in sé la saggezza millenaria del Giappone e l’arte italiana del buon bere.
L’inizio di un viaggio straordinario
Tutto ha inizio con un viaggio. Benedetta Santinelli e Simone Rachetta, due appassionati viaggiatori, si sono lasciati conquistare dalle meraviglie di un Giappone meno conosciuto, lontano dai grattacieli di Tokyo. È tra le vie dell’isola di Okinawa che scoprono il goya, vegetale dalle mille virtù, simbolo della longevità dell’isola. “Sembrava quasi un cetriolo, ma con un carattere molto più spiccato”, ricorda Simone. Ed è proprio qui che nasce l’idea: un amaro che possa trasmettere l’essenza di questa terra lontana.
Come nasce Yuntaku
L’idea prende forma nei giorni difficili del lockdown, quando Benedetta e Simone, insieme a una squadra di esperti come Eleonora De Santis, mixologist, e Riccardo Tuttolomondo, erborista, iniziano a sperimentare. Il goya, mai utilizzato prima in un alcolico, diventa la base amaricante, accompagnato da un complesso bouquet di spezie orientali. La sfida? Bilanciare sapori intensi, creando un prodotto unico nel suo genere.
La collaborazione con Yoji Tokuyoshi
Oggi Yuntaku inizia un nuovo capitolo grazie alla collaborazione con lo chef stellato Yoji Tokuyoshi, che ha subito visto nel prodotto il perfetto complemento alla sua visione culinaria. Il tour di presentazione di Yuntaku è iniziato alla Bentoteca di Milano, il bistrot dello chef, che per la prima volta apre le sue porte alla mixology, e continuerà in alcuni dei migliori ristoranti italiani, come Retrobottega a Roma e Condividere a Torino.
Yuntaku è più di un amaro. È un viaggio, un incontro tra tradizioni e sapori che riesce a sorprendere chiunque lo assaggi, unendo la cultura giapponese alla maestria artigianale italiana.