Nella via della Bologna bene sono andato a testare il ristorante Fourghetti per la seconda volta. Forse non tutti sanno che il nome del ristorante deriva dall’unione del numero 4 in inglese – four – e di spa-ghetti, evocando così il famoso modo di dire “se famo quattro spaghi”.
Il locale non è più gestito da Bruno Barbieri, che ha lasciato totalmente il timone della cucina del ristorante nelle sapienti mani dello chef Erik Lavacchielli, che lo stesso giudice di Masterchef Italia definisce “suo braccio destro e collaboratore storico“.
60 coperti ordinatamente disposti nelle sale interne. Durante la bella stagione ci si può accomodare fuori dov’è stata allestita una zona “griglieria” bbq che accoglie 40 coperti. Accogliente e chilling è la zona cocktail ed aperitivo esterna che apporta al locale ulteriori 35 coperti.
L’ambiente è estremamente curato, arredato con toni neri, tortora e bronzo scuro tra i quali spiccano i colori vivaci dei visi femminili ritratti su alcune pareti.
Entrando, imponente ed elegante è il bancone del bar a farla da padrone nella sala principale, proprio per far capire subito l’importanza che il locale affida alla sezione cocktail, vini e spirits.
Bancone bar che diventa teatro d’interconnessioni tra i clienti, che, tra un drink e l’altro, non disdegnano trattenersi per un buon piatto o dei deliziosi finger, gustati in convivialità.
Una volta entrati si viene accolti dal maitre di sala, Roberto Salvatici, che si prende cura degli ospiti coccolandoli per tutta l’esperienza gastronomica.
La parte di vini è cocktail è affidata a Giorgio Maraffi, sommelier, che vi consiglierà la bottiglia o il pairing più adatto alle vostre pietanze.
La cucina di chef Erik Lavacchielli è una cucina estrosa che non perde mai di vista l’importanza del sapore, mettendo al centro dei suoi piatti materie prime d’eccellenza ed un altissimo livello tecnico. Cotture veloci per esaltare gli ingredienti, fantasia ed estro per abbinamenti insoliti ma estremamente piacevoli al palato.
Lo chef propone un menù degustazione da 7 portate, Sette Passi, (75 Euro) con il quale viene proposto un wine pairing da 3 calici (27 Euro) ed uno da 5 calici (45 Euro).
Naturalmente si può scegliere l’opzione à la carte.
Questi i prezzi:
– antipasti da 15 a 17 Euro;
– primi da 20 a 22 Euro;
– secondi da 20 a 24 Euro;
L’esperienza inizia con una crocchetta di parmigiano 24 mesi e zucca. Croccante all’esterno e morbidissima all’esterno. Una vera e propria esplosione di sapore.
Iniziamo la degustazione con un antipasto. Capasanta, pane al prezzemolo, crema di patate, caviale, fave e sedano (17 Euro). Il piatto evidenzia il sapore e la struggevolezza della capasanta ben legata alla crema di patate. Il sedano crudo apporta freschezza al piatto, dopo l’esplosione di sapore data dal caviale, mentre le fave soffiate, assieme al pane al prezzemolo sopra la capasanta, donano croccantezza al piatto.
Continuiamo con un primo. Fregula ai ricci di mare, calamaro e peperone crusco (22 Euro). Versione contemporanea di questo ricetta sarda. La fregula è cotta alla perfezione come spesso neanche in Sardegna ho trovato. Il riccio di mare è il vero protagonista del sapore del piatto che, purtroppo per me, viene smussato dal burro home made ai crostacei. Il sapore del riccio si sente eccome, non ci sono dubbi ma da amante del riccio avrei preferito sentirlo in tutta la sua esplosione di sapore. Il burro ai crostacei, di ottima fattura e dosato così bene da non sentirlo quasi, rende il piatto più “ruffiano” ed accettato anche da chi non ama tantissimo il riccio. Il calamaro, tenerissimo ed appena scottato, gioca bene la sua parte tanto in texture quanto in sapore. Il peperone crusco, in polvere, con la sua timida dolcezza, chiude perfettamente il cerchio gustativo del piatto.
Per finire triglia, porro, alga nori, provola affumicata, pomodoro ed origano (24 Euro). Un piatto decisamente corretto nell’abbinamento dei sapori. L’affumicatura della provola viene ben contrastata dalla dolcezza del porro e dall’alga nori che da un piacevole puntino d’acidità al piatto.
Un locale fresco, giovane, stiloso e poliedrico. Dinamico e destinato ad una clientela che apprezza l’ottimo cibo in un contesto fine e moderno che vive di contemporaneità guardando dritto al futuro.